Jasper Gwyn, scrittore dal discreto successo, decide da un giorno all’altro che non ha pi? intenzione di scrivere. O perlomeno di scrivere romanzi. Il gesto dello scrivere per? gli manca, sente il bisogno di continuare a mettere in fila le parole come aveva fatto per la maggior parte della sua vita. Diventare “copista” gli appare dunque la soluzione ideale: non di cifre o parole, bens? di persone. Inizia cos? a fare ritratti per, come dice lui, “riportare a casa le persone”. Adibisce un ex garage a studio di posa, lo illumina con lampadine dalla luce “infantile” e ci? che ne scaturisce ? un qualcosa che solo un personaggio complesso e surreale come Jasper Gwyin poteva concepire. Non mancheranno gli imprevisti e pi? di una volta il fragile sogno su cui tutto ? costruito rischier? di infrangersi. Il finale non pu? che sorprendere.
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